È una nuova metodica che è utilizzata principalmente per lo “skin tightening”, cioè il compattamento e il rimodellamento della cute, ma agisce anche sul grasso in eccesso eventualmente presente nell’area trattata, favorendone la rimozione.
L’intervento è mininvasivo e viene effettuato con delle fibre ottiche laser particolarmente sottili, inserite direttamente sotto la cute senza tagli o incisioni. La fibra laser riscalda i tessuti molli con cui viene a contatto, portando ad un’alta temperatura le strutture sottocutanee: i lobuli adiposi vengono parzialmente sciolti, i vasi sanguigni si coagulano, i tessuti fibrosi si retraggono e si rimodellano.
Metodica e protocolli
Le aree tipicamente trattate con questa metodica sono quelle del volto, del collo e del corpo in cui sono presenti lassità cutanea e adiposità in eccesso.
Sono previste una o due sedute all’anno, a seconda dell’estensione dell’area e della struttura del tessuto. La terapia è poco invasiva e richiede l’impiego di piccole quantità di anestetico locale. Dopo la prima applicazione può formarsi un edema moderato e localizzato che, ad un primo esame, non fa percepire il compattamento della pelle o la riduzione della massa grassa, riscontrabili a edema riassorbito. Il risultato finale dovrà essere valutato non prima di tre mesi.
Rischi e controindicazioni
Il trattamento è sicuro, ma la risposta individuale è variabile, per cui non è possibile quantificare a priori l’entità e la durata del risultato, nè il numero di sedute necessarie ad ottenerlo.
Durante l’intervento, e nel periodo successivo ad esso, si possono presentare dei disagi estetici e/o funzionali di diversa durata (rossore, edema, porpora, ematoma, ulcera, abrasione, dolore, effetto “pop-corn”, ecc…); altre problematiche sono molto rare ( ustioni cutanee di vario grado legate alla risposta individuale, possibili alterazioni della sensibilità o lesioni nervose temporanee).
Non devono essere sottoposti a trattamento: soggetti con soluzioni di continuo della cute, abrasioni, ferite o patologie cutanee localizzate nell’area da trattare, soggetti con paralisi spastiche, soggetti affetti da trombosi e/o tromboflebiti, soggetti con gravi patologie, donne in gravidanza.